La mia donna è una zingara, una strega, vestita di veli fluidi che lasciano
intravedere una gamba o un braccio.
Le mie donne sono zingare in parte rilassate nella morbidezza dei loro tessuti,
in parte strette in bustini, che non permettono loro di adagiarsi troppo nella
spensieratezza.
Zingare che, con balli sensuali e veli incantati, accendono il desiderio in altre
donne di essere diverse, in un modo nuovo, in un modo in cui non sono mai state:
aprono in loro una nuova visione di essenza.
Nell'uomo che le guarda, esse appaiono come dee, veneri, streghe, incantatrici.
Tali donne attraggono l’uomo per la sicurezza che emanano nel mostrarsi così
audaci, belle, e fiere, in grado di dominare sé stesse e gli altri con il potere della
seduzione, dell'attrazione, della libertà, del coraggio, del mistero, della capacità
di prendersi cura di sé stesse.
Donne incantatrici che utilizzano il potere della natura, potere che dà loro la
possibilità di diventare madri; donne, dunque, che danno vita, che accolgono, che
proteggono.
L’immagine è quella di un vortice di donne e veli, che ammalia gli astanti e
li trasporta in un mondo di seduzione e rilassamento. Ma, tra tutti questi leggeri
tessuti svolazzanti, le medesime donne nascondono nel loro corsetto stretto la forza.