TRAVELER XIV
Condivido con voi l’artwork della nostra 14° t-shirt, e di portare avanti il cammino di questa collezione che ha come obiettivo la rivisitazione grafica di canzoni Rock/Metal.
Questa volta ad ispirarmi è stata la più importante Rock Band della storia, la più influente degli anni ’70, con uno dei suoi brani più rappresentativi, un capolavoro indiscusso di cui si riconosce immediatamente il giro di chitarra, prima ancora di ricordarne il titolo. Parliamo di Kashmir dei Led Zeppelin.
Contenuta nell’album Physical Graffiti (1975), è una delle canzoni di maggior successo della band britannica, l’unica in grado di reggere il confronto con Stairway to Heaven e, forse, a superarla.
Oltre l’aspetto musicale, a catturare la mia attenzione è, come sempre, il testo.
Robert Plant ebbe l’ispirazione per scriverlo nel 1973, mentre stava guidando attraverso il deserto del Sahara in Marocco. Qualcosa in quelle distese di sabbia lo ha illuminato, andando oltre l’idea di viaggio fisico e concreto. Così, in Marocco, ci racconta invece del Kashmir, una regione tra il Pakistan e l’India, a migliaia di km di distanza e nella quale nessuno della band era mai stato prima.
Questa volta ad ispirarmi è stata la più importante Rock Band della storia, la più influente degli anni ’70, con uno dei suoi brani più rappresentativi, un capolavoro indiscusso di cui si riconosce immediatamente il giro di chitarra, prima ancora di ricordarne il titolo. Parliamo di Kashmir dei Led Zeppelin.
Contenuta nell’album Physical Graffiti (1975), è una delle canzoni di maggior successo della band britannica, l’unica in grado di reggere il confronto con Stairway to Heaven e, forse, a superarla.
Oltre l’aspetto musicale, a catturare la mia attenzione è, come sempre, il testo.
Robert Plant ebbe l’ispirazione per scriverlo nel 1973, mentre stava guidando attraverso il deserto del Sahara in Marocco. Qualcosa in quelle distese di sabbia lo ha illuminato, andando oltre l’idea di viaggio fisico e concreto. Così, in Marocco, ci racconta invece del Kashmir, una regione tra il Pakistan e l’India, a migliaia di km di distanza e nella quale nessuno della band era mai stato prima.
Intraprese una ricerca personale astratta, per raggiungere lo “Shangri-La”.
Un posto mistico che assume un significato esistenziale. Non un luogo ma uno stato dell’essere, il conseguimento della Consapevolezza, ove non tutto è rappresentato da ciò che si riesce a vedere.
Poco importa dove ci si trova, le sonorità indiane e marocchine si fondono con il miglior Rock che si possa immaginare. D’altronde, come affermò Jimmy Page, “gli arabi pensano alla musica totalmente in termini magici”.
Ho provato a sintetizzare tutto questo in grafica. Un viaggiatore nel deserto, che guarda il mondo avanti a se forte di una nuova prospettiva: il terzo occhio, capace di percepire realtà invisibili situate oltre la visione ordinaria. Mentre le decorazioni e i riferimenti al misticismo dell’India e del Medioriente, fusi con lo stile dot dei tatuaggi, ne proteggono il volto dalla sabbia come il velo dei Tuareg.
Questo dunque è secondo me il “viaggio” provato da Robert Plant, il “viaggiatore” dei Led Zeppelin in “Kashmir”, questa è TRAVELER XIV, la quattordicesima dello studio TooHead, spero vi piaccia.
Un posto mistico che assume un significato esistenziale. Non un luogo ma uno stato dell’essere, il conseguimento della Consapevolezza, ove non tutto è rappresentato da ciò che si riesce a vedere.
Poco importa dove ci si trova, le sonorità indiane e marocchine si fondono con il miglior Rock che si possa immaginare. D’altronde, come affermò Jimmy Page, “gli arabi pensano alla musica totalmente in termini magici”.
Ho provato a sintetizzare tutto questo in grafica. Un viaggiatore nel deserto, che guarda il mondo avanti a se forte di una nuova prospettiva: il terzo occhio, capace di percepire realtà invisibili situate oltre la visione ordinaria. Mentre le decorazioni e i riferimenti al misticismo dell’India e del Medioriente, fusi con lo stile dot dei tatuaggi, ne proteggono il volto dalla sabbia come il velo dei Tuareg.
Questo dunque è secondo me il “viaggio” provato da Robert Plant, il “viaggiatore” dei Led Zeppelin in “Kashmir”, questa è TRAVELER XIV, la quattordicesima dello studio TooHead, spero vi piaccia.
Guarda la collezione completa su www.toohead.com
