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Mandarino

Nel 1600 si afferma il genere artistico della natura morta,
ovvero la rappresentazione pittorica di oggetti inanimati come fiori o frutta,
che diventano per la prima volta i protagonisti del quadro senza la presenza dell'uomo.
La bravura dell'artista si valutava dalle sue capacità nel rendere il più possibile veritiero e dettagliato il soggetto “morto”.
La tradizione di questo genere vede la natura morta inserita in un ambiente,
spesso collocata su un piano, da cui il pittore è distante.

Per il progetto 'Disegno-Relazione', un mandarino, che nell'arte è “natura morta”,
è stato la nostra ispirazione e anche il nostro soggetto di studio.
Nel disegnarlo, però, il nostro punto di vista è differente rispetto alla tradizione:
abbiamo deciso di rappresentarlo sospeso nell'aria, sorretto da una
corda che si aggancia e tende
a due cappellini indossati da noi. Invece, lo strumento con cui disegniamo consiste in una serie di bastoncini di legno uniti tra loro da nastro adesivo, alle cui estremità pendono due matite da impugnare e, al centro, un pennello legato ad un filo. Quest'ultimo, immerso nella china, crea un disegno a sé.

I disegni ottenuti sul foglio sono tre: due creati autonomamente da entrambe, ed uno centrale che non corrisponde alla nostra ideazione originaria e individuale, ma che è il risultato dell'interazione dei nostri movimenti.
È un disegno “incontrollato”.


Il concetto alla base del progetto è la consapevolezza della differenza della nostra prospettiva, che non è solo dettata dalle diverse stature o dal diverso modo di guardare il soggetto,ma anche dall'approccio alla matita e al disegno in sé.
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